Una giornata nella "docta del Sudamerica".
- Rodrigo

- 4 giorni fa
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Aggiornamento: 3 giorni fa
Memoria andalusa, fede gesuitica e sangue latinoamericano. Benvenuti a Córdoba, la "docta", nel cuore dell'Argentina.
Forse la città di Córdoba in Argentina non sarà una delle grandi mete del turismo internazionale come la sua omonima spagnola ma se avete deciso di conoscere il Sudamerica, Córdoba ben merita una visita.
Fondata nel 1573 dal "conquistador" sivigliano Jerónimo Luis de Cabrera col nome di "Córdoba della nuova Andalucía", la città conserva ancora tratti del suo passato coloniale e della presenza dei gesuiti, oltre ad una marcata identità propria che la contraddistingue nel contesto sudamericano.

Come arrivare
Dall'Italia, la principale alternativa in aereo passa per Buenos Aires ma potete anche considerare uno scalo a Madrid con volo diretto alla città, oppure via Santiago del Cile.
Cosa fare in un giorno
Centro storico
Senza alcun dubbio il percorso comincia dal suo centro storico. La "manzana jesuitica" vi offrirà una prima visione della forte presenza che la Congregazione dei Gesuiti ebbe nella città più di 400 anni fa, al tempo della prima colonia spagnola. Nello stesso isolato troverete diversi palazzi, oggi monumenti UNESCO, fatti costruire dai monaci gesuiti. La Chiesa della Compagnia di Gesù (che si trova all'angolo tra via Caseros e Obispo Trejo) è il tempio più antico della città. Fu realizzato fra il 1640 e il 1676, e presenta una facciata sobria ma un interno accattivante con la sua volta, costruita a forma di chiglia di galeone spagnolo rovesciato, in stile barocco americano.

Di fianco troverete l'edificio della prima sede di quella che fu la prima università dell'Argentina e la terza più antica dell'America, l'Università Nazionale di Córdoba, fondata nel 1613, sempre dall'ordine gesuita. Questo edificio è oggi sede amministrativa dell università. Nell'angolo opposto (Obispo Trejo e Duarte Quiros) potrete ammirare l'architettura del Colegio Monserrat, la scuola ancora funzionante più antica dell'Argentina, in uso ininterrottamente dal 1687 ad oggi.
Per tutto il complesso di monumenti gesuitici ci sono delle visite guidate della durata di un'ora ma solo in spagnolo o inglese.

Cordoba coloniale
Essendo Córdoba una città di origine coloniale, il suo cuore amministrativo, ha la tipica organizzazione urbanistica spagnola che concentrava in un unico punto il potere politico, ecclesiastico e militare. Infatti, a pochi metri dalla "manzana jesuitica" troverete la Plaza San Martin (ex Plaza de Armas) e di fronte a essa la magnifica cattedrale (gioiello del barrocco coloniale americano) affiancata dal "cabildo", originaria sede del governo coloniale.

Se arrivate alla plaza San Martin percorrendo Obispo Trejo vi imbatterete nella "Plazoleta del Fundador" (intitolata a Cabrera) ed il "Paseo de las Flores", ingresso simbolico alla zona centrale, totalmente pedonale. Se invece arrivate da via "Independencia" potrete ammirare la bellissima chiesa di Santa Teresa ed il Monastero di San José, conosciuti come "convento de las Teresas descalzas", fondato nel 1628 e dal 1941 dichiarato monumento storico nazionale.
Nella piccola viuzza che separa la cattedrale dal "cabildo" e che conduce alla piazza del Fundador si trova l'archivio provinciale della memoria, ieri centro clandestino di prigionia durante il periodo buio della dettatura militare, oggi riscattato come museo.
Dedicate qualche minuto a percorrere le strade pedonali del centro, animate da negozi e gallerie commerciali. Nei dintorni altre chiese di valore storico come la basilica di Santo Domingo (su Av Vélez Sarsfield) o quella di "Nuestra Merced" (fra le vie Rivadavia e 25 de Mayo) attireranno la vostra attenzione.

La fine della colonia spagnola
Un altro vivo esempio del passato coloniale della città si trova all'angolo tra le vie Rosario de Santa Fe e Ituzaingó. Costruita nel 1752, la casa del Marqués de Sobremonte è rimasta intatta grazie alla dichiarazione come museo nel 1919. Sobremonte è stato durante la colonia spagnola prima governatore delle provincia (abitando in questo palazzo) e dopo, massima autorità del vicereame del Río de la Plata, con capitale a Buenos Aires. Quando l'Inghilterra invase il vicereame, Sobremonte scappa a Córdoba, non potendo contare sull' appoggio della Spagna, e in questo stabile organizza la controffensiva con le truppe creole, finendo per espellere gli invasori europei. Oggi il museo racconta la memoria di quei tempi coloniali.
Continuando verso la via principale, la Avenida Colón, potrete ammirare un' altra testimonianza della presenza dell'ordine gesuita nella città: la Cripta Jesuitica. Durante gli scavi per il sotterramento dei cavi telefonici avvenuti nel 1989, si trovò quasi per casualità parte di un complesso religioso del 1700. Il complesso nacque come seminario e dopo ospitò un crematorio, prima del suo abbandono definitivo avvenuto con la espulsione dei Gesuiti dal Sudamérica per ordine del Re di Spagna. Oggi la Cripta Jesuitica è tornata alla luce come museo aperto al pubblico con ingresso libero dalle 9 alle 18,30. Si trova proprio sotto la via Colon all'angolo con la via Rivera Indarte.
Qualche isolato più avanti, oltrepassando la via Colon, si trova il Mercado Norte. Cuore pulsante della vendita alimentare, il Mercado Norte pullula di vita commerciale sia al suo interno che nelle vicinanze. Tanto venditori ambulanti quanto banchi dedicati alla vendita all'ingrosso vi attireranno con i loro canti di sirena invogliandovi ad acquistare qualche prodotto. E se diversamente da Ulisse non sapete, o meglio ancora non volete resistere, questo è un ottimo posto per riempire le buste della spesa. Ma se volete anche mangiare un bocconcino troverete all'interno dell'edificio degli ottimi ristoranti che si forniscono della materia prima fresca che il mercato offre. Molto consigliati sono quello del pesce ed il siriano-libanese. Sì perché Córdoba è stata una meta molto importante della migrazione mondiale.
Il mondo in città
Tra la seconda metà dell' 800 e la prima del '900 la città si arricchì di nuovi cittadini provenienti da tutto il mondo, e nella sua cultura e architettura rimangono ancora oggi tracce dei grandi eventi e dei cambiamenti storici del pianeta, come lo dimostra il quartiere armeno dove trovarono rifugio coloro che scappavano dal genocidio. Una delle impronte più particolari che testimoniano i grandi cambiamenti storici attraverso l'architettura cittadina, è rappresentata dal curioso palazzo della Società Italiana del mutuo soccorso "unione e benevolenza" che si trova su calle Tucumán al civico 467, a pochi isolati del Mercado norte. Il palazzo è nato come posto di aggregazione per gli italiani che arrivavano in Argentina, e nella sua facciata vengono raffigurate, oltre allo stemma dei Savoia, anche le principali città di provenienza dei migranti italiani dell'epoca, spiccano tra di esse le città di Fiume e Zara, oggi croate.
Le tracce italiane
Ma la forte influenza italiana nell'architettura cittadina la si può ammirare in altri due palazzi emblematici: la sede centrale della banca di Cordoba e il Teatro del Libertador San Martín. Questi due gioielli sono stati disegnati dall'architetto ascolano radicato in Argentina Francesco Tamburini, già molto conosciuto nel paese sudamericano per aver partecipato al progetto del Teatro Colon e all'ampliamento della famosa Casa Rosada, entrambi a Buenos Aires.
La banca di Cordoba si trova a pochi passi dalla piazza San Martin in via San jeronimo 166. La hall principale è con accesso libero e vale la pena una visita. All' interno si trova il museo "arquitecto Tamburini" che ospita una mostra numismatica rappresentativa della storia finanziaria provinciale.

Con linee tratte dal manierismo palladiano, l'impattante Teatro del Libertador vanta delle caratteristiche particolari. Oltre ad essere uno dei teatri con l' acustica migliore del paese, è uno dei pochi che ancora conserva tutta la sua attrezzatura originale funzionante. Inoltre la platea può essere innalzata meccanicamente al livello del palcoscenico, artificio creato all'epoca per convertirlo in una lussuosa sala da ballo alla quale era tanto affezionata la borghesia locale di fine 800.
Il Teatro del Libertador San Martín si trova su un'altra delle vie principali, la Avenida Vélez Sarsfield, di fianco a uno dei più grandi centri commerciali della città: il Patio Olmos, ricostruito sulla imponente struttura del 1909 della ex scuola José Vicente Olmos, dismessa negli anni 80.

Una Nuova Cordoba
La plaza Vélez Sarsfield con la sua grande avenida in diagonale Hipólito Irigoyen funge da Porta di ingresso all' effervescente quartiere di Nueva Córdoba. Nato alla fine dell' 800 come residenza dei nuovi immigrati (principalmente italiani) che cominciavano a raggiungere la stabilità economica, il quartiere oggi ha perso quasi totalmente la sua fisionomia storica per lasciare spazio principalmente a costruzioni verticali, anche se ancora possono vedersi delle facciate di antiche dimore della borghesia cordobese del primo '900, in convivenza simbiotica con alti torri.

Nuova Cordoba è il principale quartiere di residenza degli studenti della Unc che, essendo una università pubblica e gratuita, attira ragazzi da tutta l'Argentina e da buona parte del Sudamérica. Per questo il quartiere si presenta brulicante di vita e di locali di aggregazione sociale. Molto attivo soprattutto di notte, trova pace nei periodi estivi quando gli studenti tornano alle proprie città di residenza.
Percorrendo l'avenida Irigoyen troverete il Paseo del Buen Pastor, ex carcere durante il periodo della dittatura militare, oggi ristrutturato come spazio espositivo e di aggregazione sociale. Delle ex carceri è rimasta solo la cappella che ospita regolarmente spettacoli.
Di fronte al Buen Pastor, su calle Buenos Aires, si erge imponente il gioiello architettonico della città: la chiesa del Sagardo Corazón de Jesús, chiamata da tutti i cordobesi come "dei cappuccini" (de los capuchinos) perché al tempo della costruzione, nella vicina chiesa del Buen Pastor, ufficiavano i preti francescani, contraddistinti per l'utilizzo di una tunica col cappuccio marrone.

Il tempio è stato progettato dall'architetto modenese emigrato in Argentina Augusto Ferrari, e costruito fra gli anni 1927 e 1933. La chiesa in stile neogotico si caratterizzata per la asimmetria presentando una torre volutamente tronca, che rappresenta la condizione transitoria della materia, e un'altra a punta, a simboleggiare l'anima che ascende al paradiso. All'interno la volta è decorata con il disegno del cielo notturno di Cordoba nelle diverse stagioni e viene sorretta da colonne di vario stile a simboleggiare l'unione di popoli e culture diverse.
Proseguendo per Avenida Irigoyen arriverete all'imponente Palazzo Ferreyra. Costruito nel 1916 in stile neoclassico francese su richiesta del chirurgo Martin Ferreyra, il palazzo ospita oggi il "museo provinciale delle belle arti Evita".

Di fronte al Palazzo Ferreyra, sulla fine dell'avenida Irigoyen, si trova la rotonda Piazza di Spagna con il Museo Metropolitano nel sottosuolo. Se visitate Cordoba a dicembre, non perdetevi l'accensione il giorno 8, del gigantesco albero di Natale.
La piazza di Spagna è un immenso asterisco in mezzo a Nueva Còrdoba, dove si snodano le principali arterie del quartiere. L'Avenida Poeta Lugones, dove si trova anche il Museo Provinciale di Belle Arti Emilio Caraffa, separa il quartiere dal parco Sarmiento, polmone verde della città. Si può percorre attraverso la pista ciclabile noleggiando gratuitamente delle biciclette in piazza Spagna. Il percorso vi porterà passando per l'ex zoo alla passerella elevata, una sorte di highway sulla sponda del Rio Primero (o Suquìa) che unisce per via aerea tre quartieri: Centro, Nuova Còrdoba e General Paz.

Sempre da piazza di Spagna potete prendere Boulevard Chababuco sia verso nord (e fare una passeggiata tra i negozi e i Caffè del posto per degustare le "facturas", tipici prodotti della pasticceria locale) che verso sud. Andando verso sud troverete prima El mirador de las estrellas y la Piazza dei sensi (molto apprezzate dai bambini se viaggiate in famiglia) e poi la città universitaria, sede della maggior parte delle facoltà della Universidad Nacional de Córdoba. Se avete la fortuna di visitare Cordoba alla fine della primavera australe (tra novembre e dicembre) non privatevi di una passeggiata per il parco intorno al Comedor universitario. Si aprirà di fronte a voi uno spettacolo naturale dove il cielo sembra perdere i suoi confini. Sarete accolti dalla fioritura di centinaia di jacarandá, albero tipico del Sudamérica dai fiori di colore lilla.
Tornando a Piazza di Spagna troverere verso ovest via Estrada, la zona più chic di Nueva Córdoba e accesso al quartiere Guemes, e a est il parco Sarmiento. Per saperne di più su entrambi questi luoghi dovrete pazientare, è in arrivo il nostro prossimo post: Cordoba in due e tre giorni.

Consigli
Il centro storico e il quartiere Nueva Córdoba pur avendo delle grandi dimensioni sono facilmente percorribili a piedi. Se comunque volete spostarvi velocemente considerate l'utilizzo dei taxi, molto numerosi e piuttosto economici, e più pratici che il trasporto pubblico. Il costo medio per muovervi tra queste due zone gira intorno ai 5 euro (prezzi 2025)
Se decidete di fermarvi una o più notti a Cordoba troverete un'ampia offerta di hotel e appartamenti ben predisposti a circa una quarantina di euro a notte. Considerate però la zona. Alcune strade del centro storico, soprattutto quelle dove transitano linee di autobus, sono molto rumorose.
Anche se non è una delle più pericolose del sudamerica, Cordoba è sempre una grande città e ci possono essere dei rischi. Evitate di portare oggetti di valore nelle tasche degli zaini o di spostarvi in quartieri periferici sconosciuti.
Se visitate la zona del Mercado Norte non fatelo oltre il sabato a mezzogiorno. Altrimenti troverete un quartiere desertico.
Redattore: Rodrigo Mariani.



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