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Carnevale di Oruro: "el Diablo" é tra di noi

  • Immagine del redattore: Rodrigo
    Rodrigo
  • 21 giu
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 5 lug

Racconta la leggenda che una volta all'anno, il diavolo abbandona le profondità degli inferi per muoversi indisturbato fra gli esseri umani senza essere riconosciuto. Questo rituale accade in un momento e un luogo specifico dell’anno: durante il carnevale nella città boliviana di Oruro, tra la fine di febbraio e i primi di marzo. Il Carnevale di Oruro è uno degli eventi culturali più ricchi di sincretismo di tutto il continente americano e proprio per questo dichiarato patrimonio culturale intangibile e immateriale da parte dell'UNESCO. Ma per spiegare come questa ingerenza del maligno nel mondo dei vivi sia possibile bisogna fare un passo indietro nel tempo di circa 500 anni, quando i primi “conquistadores” arrivarono nella zona e trovarono la popolazione degli Uru (o Uru Uru, parola che deformandosi con l'uso avrebbe dato nome alla città). Gli europei imposero il cattolicesimo come religione vietando alla popolazione il culto delle antiche divinità, che vennero associate nella teologia cristiana ai demoni. Ma una volta all'anno, per il carnevale, era concesso travestirsi da diavoletto per scacciare scherzosamente il male, e allora gli Uru “approfittavano in segreto” per incontrarsi con i propri Dei.


sfilata di "diablos" durante il corteo del carnevale

Col tempo il cristianesimo si diffuse superando le altre credenze religiose, ma la tradizione di travestirsi da diavolo durante il carnevale è rimasta.

Tutti gli anni quasi 30 mila figuranti, accompagnati da 150 bande musicali, danzano lungo un tragitto di 6 chilometri, dando vita a una imponente festa di colori e ritmi che, se siete amanti del turismo etnico, non potete assolutamente perdervi. Ma andate preparati e muniti di impermeabile perché, nonostante l'acqua sia uno dei beni più scarsi in Bolivia, le “secchiate” vi arriveranno da ogni dove (ricordate che in sudamerica febbraio è un mese estivo). I gavettoni di acqua o farina sono i modi per celebrare il carnevale nell'altopiano sudamericano, e... a chi tocca non s'ingrugna.

Bolivia: un percorso tutto da assaporare per arrivare ad Oruro

La nostra esperienza partita dall’Italia fa la prima tappa nella città argentina di Córdoba. Da qui, al tempo del nostro viaggio, abbiamo preso un aereo che arrivava fino a Panama facendo scalo in una decina di città sudamericane (una sorta di "passante" * dell’aria, con più o meno la stessa “puntualità”). Noi abbiamo fatto scalo a Tucumán e Salta (entrambe in Argentina) per arrivare a Santa Cruz de la Sierra (Bolivia). Oggi le alternative sono più veloci con sosta ad Asunción (Paraguay) o Buenos Aires dall’Argentina, oppure potete scegliere un volo direttamente a Santa Cruz con scalo Madird.

(*) NR: Il Passante è il sistema di trasporto ferroviario metropolitano milanese caratterizzato per trasporte migliaia di persone al giorno ma anche per la sua altissima impuntualità. 

Tipica capanna per l'allevamento dei lama nell'altopiano boliviano
Tipica capanna per l'allevamento dei lama nell'altopiano boliviano

Da Santa Cruz un nuovo aereo ci portò a Cochabamba dove un autobus super affollato di persone ma anche da qualche pennuto, attraversò le montagne preandine percorrendo una delle strade più pericolose del continente, per arrivare finalmente dopo alcune ore, al deserto degli urus. Il paesaggio non delude nessuna aspettativa avendo il tipico sapore andino: capanne di pietra, lamas, cardones (cactus tipici) e piccoli corsi d'acqua che lacerano l’aspro terreno.


Paesaggio dell'altpopiano andino boliviano
Paesaggio dell'altpopiano andino boliviano

Finalmente Oruro! La prima impressione arrivando all'hotel: una secchiata d'acqua piovuta da qualche balcone, check-in bagnato check-in fortunato e… a godersi la festa.

Lo spettacolo, che dura tre giorni, si volge lungo la strada principale che, allestita per l'occasione con tribune in entrambi i lati, porta dopo 6 chilometri di percorso, al monte che domina la città. Qui nel “Socavón”, (cioè la bocca della miniera d’argento), il corteo folcloristico, nato alle 8 del mattino, finisce circa alle 8 di sera con un omaggio alla Virgen del Socavon (Madonna del Pozzo), protettrice dei minatori.

Diablada del Carnevale di Oruro
Diablada del Carnevale di Oruro
Danzatori tipici del carnevale di Oruro che segnano il ritmo di ballo coi sonagli montati sugli stivali
Danzatori tipici del carnevale di Oruro che segnano il ritmo di ballo coi sonagli montati sugli stivali

Ma il vero spettacolo è la sfilata lungo il percorso. Alla vista lo scenario è accattivante. Un esercito infinito di diavoletti danzanti al ritmo della musica dell’altopiano avanza ininterrottamente mentre dalle gradinate opposte si scatena una feroce guerra aerea tra gli spettatori a suon di palloncini gonfiati d’acqua.

Diablo del carnevale di Oruro
Diablo del carnevale di Oruro

I colori e le forme sono ipnotiche, e lo stupore che non lascia spazio alla noia, è senza un attimo di tregua. Tarkas, sikus, cajas e fiati segnano l'instancabile ritmo di infinite colonne di danzatori travestiti con tutti i colori immaginabili.

Suonatore di "Siku": tradizionale strumento musicale aerofono andino insieme alla "Tarka"
Suonatore di "Siku": tradizionale strumento musicale aerofono andino insieme alla "Tarka"

Ma se i diavoli sono le star del corteo, essi non sono le uniche figure simboliche in questa fusione di culture. Ci sono anche “las Cholitas”, le figure femminili che tagliano l'aria con i giri delle gonne; i “Tobas” che rappresentano i popoli originari della selva; gli “Animali Sacri” agli Urus come il condor o il rospo, e sempre, a guidare ogni gruppo, San Michele Arcangelo a raffigurare la vittoria del bene sul male.

figura femminile travestita di diavola
Diabla danzante
San Michele Arcangeloapre il gruppo di ballo della diablada
San Michele Arcangelo sconfigge il demone

Altre figure simboliche sono “las morenadas” e il loro “caporal”. I primi rappresentano gli schiavi neri che gli europei portarono dall'Africa nei secoli successivi alla conquista, convinti che avrebbero resistito maggiormente al duro lavoro nelle miniere di argento e rame, il secondo il loro sorvegliante, solitamente meticcio. Purtroppo le dure condizioni lavorative e geografiche non hanno lasciato scampo a queste popolazioni introdotte dall'Africa. Oruro si trova in una zona desertica a più di 3700 metri sul livello del mare. La mancanza di ossigeno si fa sentire pesantemente. Per questo motivo è consigliabile masticare foglie di coca. Attenzione: la foglia di coca non è una droga e niente ha a che fare con il suo derivato chimicamente trattato. La produzione, vendita e consumo di foglie di coca è totalmente legale. I contadini della regione addetti alla coltivazione della coca, di solito aprono il corteo distribuendo, in genere gratuitamente, foglie di coca ai presenti per poter far fronte alla giornata.

Gruppo di ballo di morenada
Morenada
Caporal della morenada
Caporal

QUALCHE CONSIGLIO UTILE


La Bolivia (e in gran parte altre nazioni del Sudamerica) è un paese dove le condizioni di vita differiscono da quelle europee, quindi abituatevi all'idea che forse non troverete tutti confort desiderati.

Quando andate a presenziare il corteo non portate con voi oggetti di valore, sopratutto in mezzo alla folla. Non lasciate niente dentro le tasche degli zaini.

Portate sempre molta acqua (considerate che nell'emisfero sud il carnevale accade in periodo estivo), foglie di coca, un bell’impermeabile e la predisposizione a godervi uno spettacolo unico al mondo, danzando per tre giorni in mezzo a una marea di diavoli multicolore. Ma attenzione! Ricordatevi sempre che uno di essi potrebbe essere il vero diavolo, e se non siete riusciti a trovarlo, chissà...magari il diavolo potreste essere proprio voi.

Vista tipica di uno sei settori del percorso
Tipico momento del corteo in mezzo alla folla
L'orso: uno degli animali sacri degli urus
Carnevale di Oruro. Animali sacri
diablada femminile
Diablada Femminile

ALCUNI LUOGHI DA NON PERDERE IN QUESTO VIAGGIO


- Se il carnevale di Oruro rappresenta uno dei maggiori esempi di sincretismo culturale al mondo, non lontano si trova un posto di altrettanto sincretismo ma geografico. Gli elementi della natura perdono i loro confini fisici: cielo, acqua e terra si fondono e si confondono in un insieme surreale dove non si sa dove comincia l'uno e finisce l'altro. Il salar di Uyuni, 300 chilometri al sud di Oruro, è una gigantesca distesa di sale che, lambita dal vento, diventa talmente piatta da somigliare a volte un lago, a volte ad uno specchio dove il cielo si tramuta in terra e viceversa.


- Se vi fermate un giorno nella città di Cochabamba potete visitare il Cristo della Concordia, una sorte di fratello minore del Corcovado di Rio de Janeiro, che con i suoi 40 metri di altezza custodisce la città. Da lì vi potrete godere il panorama di Cochabamba.

Cristo della Concordia a Cochabamba, Bolivia
Cristo della Concordia a Cochabamba

- Santa Cruz de la Sierra è la città più popolosa della Bolivia (una sorta di capitale economica del paese) e sicuramente la più urbanizzata e moderna. Nonostante ciò, nei suoi parchi e negli spazi verdi, come la Plaza 24 de Septiembre (dove si trova anche la bellissima cattedrale metropolitana), potreste incontrare rari esemplari di fauna tipica del paese come aras (pappagalli colorati), loras (una specie di pappagallini verdi), e se siete fortunati come è successo a noi, qualche bradipo che arrampica sugli alberi col suo passo rilassante.

Cattedrale Metropolitana di Santa Cruz de la Sierra, Bolivia
Cattedrale Metropolitana di Santa Cruz de la Sierra
Bradipo in Plaza 24 de Septiembre di Santa Cruz de la Sierra, Bolivia
Bradipo in Plaza 24 de Septiembre di Santa Cruz de la Sierra

Altre foto

Diablo del carnevale di Oruro in Bolivia
Diablo di Oruro

Morenada del carnevale di Oruro in Bolivia
Morenada
Orchestra di fiati al carnevale di Oruro in Bolivia
Orchestra di fiati al carnevale di Oruro
Scena titpica di Bolivia con anziana coya e bambina
Sguardo timido

Redattore: Rodrigo Mariani.


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